FOTO / Tra imbarazzi e gaffe è partita la campagna del centrodestra

Carlo Antonetti sotto i riflettori nella sede di piazza Garibaldi: molte le assenze pesanti. Il paradosso degli slogan, l’assonanza con quelli del sindaco in carica. Resta la difficoltà nel formare le liste

TERAMO – Accompagnata dalla scia di polemiche legate alla candidatura-non candidatura di Paolo Gatti e dal successivo ‘casus belli’ che ha diviso il centrodestra tra i sostenitori di Pietro Quaresimale e quelli di Carlo Antonetti, dalle censure su Azione (in particolare della Lega), la campagna elettorale dell’avvocato già presidente della Teramo Basket è partita ufficialmente dal giardino di ‘Pesciolillo’ o se volete dal palazzo dell’ex Mediocredito di piazza Garibaldi. E’ partita, tra tanti imbarazzi e qualche gaffe.


Alla presentazione sono state notate più le assenze che le presenze. Non c’erano esponenti di spicco della Lega, come era prevedibile – sia per la compagnia di Gatti e, adesso, anche di quello di Azione -: è stato ‘immolato’ il neo vicesegretario Antonio Zennaro a rappresentare il Carroccio (con Maria Di Domenico, responsabile organizzativo provinciale). Fratelli D’Italia c’era con la coordinatrice provinciale Marilena Rossi e il potenziale candidato Pasquale Tiberii (e al tavolo il senatore Etel Sigismondi). Forza Italia c’era pure, nella doppia versione: al tavolo il parlamentare Nazario Pagano e in prima fila l’assessore regionale Claudio D’Amario seduto a fianco a Mario Cozzi. La prima gaffe della giornata coinvolge proprio il partito di Berlusconi, quando la conduttrice dell’evento definisce D’Amario ‘commissario provinciale’ proprio appena dopo che Pagano aveva chiamato a sedersi davanti una imbarazzate già coordinatrice provinciale Francesca Persia. Per l’occasione è tornato a sedersi a un tavolo politico dopo un lungo periodo sabbatico anche Paolo Tancredi, per rappresentare Noi Moderati. L’Udc c’era con il suo referente provinciale Dante D’Elpidio. Gatti ci ha messo la faccia soltanto nel ‘preview’ all’esterno della sede elettorale, prima che iniziasse la presentazione, per poi dileguarsi come nello stile.

Forse perchè, a proposito di imbarazzi, avrebbe avuto difficoltà anche lui nel sedersi di fronte a quel claim della campagna di Antonetti che recita “per il cambiamento”… Ma non siamo stato gli unici a domandarcelo, forse per deformazione professionale, così come in molti hanno notato la (voluta?) confusione con l’altro slogan “insieme è possibile” che richiama il nome della lista del sindaco Giuanguido D’Alberto, Insieme Possiamo quella stessa il cui logo con quel insieme possiamo gli elettori (anche quelli del centrodestra) ritroveranno nella scheda elettorale… Alla fine c’era un evidente contrasto di sensazioni nei volti dei presenti, da quelli come di consueto carichi di aspettativa come quelli dei nuovi candidati, alcuni presenti (e onnipresenti) nel giardino, a quelli più mosci dei navigati alla seconda o più, campagna elettorale, a quelli che si vedeva lontano un miglio che c’erano ma solo per dovere istituzionale, preferendo se possibile essere altrove.

Il candidato, come al solito bravo nell’eloquio e uomo di grande stile, è parso per la prima volta in preda all’emozione e per questo gli si può passare qualche vuoto di memoria, ad esempio, sugli anni che il centrodestra per cui adesso corre ha governato Teramo negli ultimi 20 anni (la frazione temporale da ‘caricare’ a D’Alberto è l’ultimo lustro) oppure sui soldi spesi dall’amministrazione D’Alberto (e dall’assessore Valdo Di Bonaventura), negli ultimi due anni, sugli asfalti, e di quanto siano datate quelle buche che ancora rimangono. Per citarne alcuni degli argomenti sfiorati e sui forse bisognerà aggiustare il tiro nei prossimi giorni. Sarà una campagna difficile per il centrodestra, se il buongiorno si vede dal mattino. E perchè gli imbarazzi, ancora loro, derivano anche dalla difficoltà di trovare e convincere 32 teramani a candidarsi in ciascuna lista della coalizione. A poco più di 15 giorni dalla loro presentazione.